La disponibilità e il consumo di alimenti ultra-lavorati sono aumentati in tutto il mondo. In alcuni Paesi ad alto reddito rappresentano il 50-60% dell’apporto energetico totale giornaliero; i Paesi a medio e basso reddito seguono a ruota. Gli alimenti freschi o minimamente lavorati vengono sempre più spesso sostituiti da alimenti ultra-lavorati, destando preoccupazione per i loro effetti a lungo termine sulla salute.
La classificazione Nova è un metodo riconosciuto che divide gli alimenti in quattro gruppi in base al grado di lavorazione industriale a cui sono stati sottoposti:
1) Alimenti non lavorati o minimamente lavorati
Si tratta di prodotti non lavorati o minimamente lavorati con metodi semplici come l’eliminazione di parti non commestibili, l’essiccazione, la macinazione, il congelamento, la pastorizzazione o il confezionamento sottovuoto. Non contengono sostanze aggiunte. Ne sono un esempio la frutta e la verdura fresca, secca o surgelata, i cereali (ad esempio riso, quinoa, pasta, ecc.), le farine, la carne, il pollame e il pesce, le uova e il latte vaccino.
2) Ingredienti culinari lavorati
Si tratta di prodotti derivati dalla natura attraverso processi semplici come la pressatura, la raffinazione o la macinazione. Vengono utilizzati per preparare, condire e cucinare piatti “fatti in casa”. Ne sono un esempio lo zucchero da tavola, l’olio e il sale.
3) Alimenti lavoratis
Sono i prodotti realizzati con ingredienti semplici e tecniche di lavorazione come l’aggiunta di sale, zucchero o grassi per prolungare la durata di conservazione e le caratteristiche organolettiche degli alimenti freschi. Contengono pochi additivi alimentari. Ne sono un esempio gli alimenti in scatola (verdure, frutta, legumi, pesce, ecc.), le carni e i pesci affumicati, il tofu, il pane da forno, i formaggi e i burri di frutta a guscio.
4) Alimenti ultra-lavorati
Sono definiti come prodotti fabbricati industrialmente che comprendono componenti alimentari destrutturati e modificati, ricombinati con una varietà di additivi. Possono essere identificati dalla presenza di sostanze alimentari raramente utilizzate in cucina (ad esempio, sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio, oli idrogenati, proteine idrolizzate) o dalla presenza di additivi alimentari aggiunti per rendere il prodotto finale più appetibile o attraente (come aromi, esaltatori di sapidità, coloranti, emulsionanti, edulcoranti, addensanti e agenti antischiuma, espandenti, schiumogeni, gelificanti o di rivestimento). Occorre inoltre diffidare delle confezioni e delle pubblicità ingannevoli: gli alimenti ultra-lavorati possono comunque presentare diciture positive sulla confezione, come “naturale”, “senza zucchero”, “senza OGM” o “biologico”.
Tra gli alimenti ultra-lavorati rientrano le carni trasformate (salsicce, salumi, carni sintetiche, ecc.), le bevande dolcificate con zucchero o sostituti dello zucchero, i condimenti, i latticini zuccherati, la maggior parte delle bevande vegetali e degli yogurt vegani, i pasti surgelati (pizze, crocchette di pollo, ecc.), gli snack dolci o salati (patatine, biscotti, dolci, torte, ecc.) e gli altri alimenti preconfezionati a lunga conservazione (ad esempio zuppe istantanee o in scatola, pane industriale, barrette, cereali per la colazione, ecc.).
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