La sindrome del colon irritabile (SCI) può causare notevoli disagi alla vita quotidiana. Questo comune disturbo funzionale gastrointestinale si manifesta attraverso una serie di sintomi, come crampi allo stomaco, gonfiore, diarrea e stitichezza. Questi sintomi sono spesso imprevedibili e possono provocare ansia, stress e persino depressione.
Molte persone affette da SCI possono sentirsi in imbarazzo a causa di questi disagi, al punto da ritirarsi dalle attività sociali, evitare i pasti con amici e familiari fino a sperimentare una diminuzione della qualità della vita. Le soluzioni alla sindrome del colon irritabile basate sull’evidenza includono in primo luogo la dieta, ma è ormai accertato che anche agire sulla connessione tra cervello e apparato digerente può risultare efficace.
Uno dei primi accorgimenti adottati da molte persone affette da sindrome del colon irritabile è quello di limitare gli alimenti nella loro dieta che sospettano possano essere un fattore scatenante. Un approccio molto diffuso e ben documentato è la dieta a basso contenuto di FODMAP* sviluppata dalla Monash University. Le linee guida di pratica clinica delle associazioni dei gastroenterologi in molte nazioni prescrivono questa dieta per ridurre i sintomi della sindrome del colon irritabile. Gli studi hanno dimostrato che questa dieta è efficace per circa il 75% dei soggetti affetti da SCI. Tuttavia, il restante 25% continua a soffrire dei propri sintomi nonostante le significative modifiche apportate alla dieta. Un’altra criticità da considerare è che la maggior parte dei soggetti affetti da SCI non si rivolge a un nutrizionista/dietista per seguire le tre fasi del protocollo FODMAP, rischiando di incorrere in carenze alimentari.
Per comprendere e trattare meglio la sindrome del colon irritabile, molti professionisti del settore sanitario stanno prendendo in considerazione il modello biopsicosociale. Questo approccio va oltre gli aspetti puramente fisiologici della malattia e prende in considerazione anche i fattori psicologici e sociali. Il modello biopsicosociale riconosce la connessione colon-cervello. Questa connessione gioca un ruolo cruciale nella sindrome dell’intestino irritabile, in cui gli individui soffrono di “ipersensibilità viscerale”, ovvero il colon è eccessivamente sensibile ai normali stimoli. Il riconoscimento della connessione colon-cervello permette di capire che la dieta a basso contenuto di FODMAP non è l’unica soluzione per gestire i sintomi della SCI.
L’ipnoterapia diretta al colon (GDH, dall’inglese Gut-Directed Hypnotherapy) è un approccio terapeutico che ha destato molto interesse per la sua efficacia nella gestione dei sintomi della sindrome della SCI. Nel 1984 è stato condotto uno dei primi studi importanti sulla GDH, noto come Protocollo di Manchester; ha dimostrato che l’ipnoterapia poteva trattare efficacemente i sintomi della sindrome del colon irritabile dopo che altri trattamenti si erano dimostrati inefficaci.
Nel corso degli anni questi risultati sono stati corroborati da numerosi altri studi. Ricerche recenti sottolineano il successo dei protocolli di Manchester e del North Carolina nel migliorare significativamente i sintomi della SCI e la qualità di vita dei pazienti.
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