Un recente studio su larga scala ha analizzato il legame tra il consumo di alimenti ultra-lavorati e i rischi per la salute. Questo studio prospettico di coorte ha incluso 266.666 partecipanti di sette Paesi europei non affetti da cancro, malattie cardiovascolari o diabete di tipo 2 al momento del reclutamento. Gli alimenti e le bevande consumati nei dodici mesi precedenti sono stati valutati all’inizio dello studio tramite questionari di frequenza alimentare e classificati in base al loro grado di lavorazione utilizzando la classificazione Nova.
Dopo un follow-up mediano di 11,2 anni, 4461 partecipanti hanno sviluppato un cancro o una malattia cardiometabolica (malattia cardiovascolare o diabete di tipo 2). Un consumo maggiore di alimenti ultra-lavorati (>260 g/giorno) è stato associato a un rischio più elevato di cancro e di malattie cardiometaboliche. Quando gli alimenti ultra-lavorati sono stati classificati in sottogruppi, i prodotti e le salse di origine animale, così come le bevande dolcificate naturalmente o artificialmente, sono stati significativamente associati a un rischio per la salute. I cereali e il pane lavorati, gli snack dolci e salati, i sostituti a base vegetale e gli alimenti pronti per il consumo non sono stati invece associati in modo significativo a un rischio per la salute.
Negli alimenti ultra-lavorati sono presenti molti additivi, ma quali sono i loro effetti sulla salute?
In Europa gli additivi alimentari sono regolamentati dall’Unione Europea. In Canada sono regolamentati dalla Food and Drug Regulations. Negli Stati Uniti, gli additivi alimentari sono approvati dalla Food and Drug Administration quando sono riconosciuti come “generalmente sicuri”. Va notato che molti degli additivi alimentari presenti negli alimenti sono in circolazione solo da pochi anni, perciò i loro effetti a lungo termine sulla salute sono ancora sconosciuti.
Benché alcuni additivi alimentari siano innocui e svolgano un ruolo importante, ad esempio nella conservazione degli alimenti, altri destano preoccupazione o sono controversi in termini di potenziali effetti nocivi sulla salute. Ecco alcuni esempi:
Alcuni coloranti, come il biossido di titanio e il rosso citrino n. 2, sono classificati come possibilmente cancerogeni per l’uomo dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Inoltre, alcuni coloranti approvati in Canada sono vietati in Europa.
Gli emulsionanti sono additivi alimentari che permettono una dispersione uniforme delle particelle quando si mescolano liquidi di diversa densità. Alcuni studi suggeriscono che emulsionanti come la carbossimetilcellulosa e il polisorbato 80 potrebbero modificare il microbiota intestinale e favorire lo sviluppo di alcune malattie infiammatorie intestinali come il morbo di Crohn.
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