La soia e le verdure crucifere come broccoli, cavolfiore e cavolo sono degli alimenti potenzialmente gozzigeni, ossia possono perturbare il funzionamento della ghiandola tiroidea.
Per quanto riguarda le verdure crucifere, è ben documentato che il rischio che la loro assunzione possa alterare la funzione tiroidea è basso se l’apporto di iodio è adeguato. Pertanto non è necessario evitarle. Occorre anche ricordare che la cottura delle verdure crucifere ne inattiva i potenziali effetti gozzigeni.
Anche per quanto riguarda la soia, in assenza di anomalie della ghiandola tiroidea, il rischio che la sua assunzione possa alterare la funzione tiroidea è basso. Tuttavia, gli effetti del consumo di soia nelle persone che soffrono di ipotiroidismo sono ancora controversi. Uno studio ha osservato un rischio tre volte maggiore di sviluppare ipotiroidismo manifesto seguendo una dieta vegetariana (16 mg al giorno di fitoestrogeni della soia), rispetto a una dieta occidentale (2 mg al giorno di fitoestrogeni della soia) nei pazienti affetti da ipotiroidismo subclinico.
In uno studio più recente, una dose farmacologica molto elevata di fitoestrogeni della soia (66 mg al giorno), non ha alterato la funzione tiroidea nei pazienti affetti da ipotiroidismo subclinico. Sono quindi necessari altri studi per capire meglio gli effetti del consumo di soia sulla funzione tiroidea nei pazienti affetti da ipotiroidismo.
Nel frattempo, le persone che ne sono affette dovrebbero consumare con moderazione gli alimenti a base di soia.
Occorre inoltre considerare che nel caso in cui si assumano farmaci per l’ipotiroidismo è raccomandato attendere qualche ora tra l’assunzione degli ormoni tiroidei sostitutivi (Synthroid) e il consumo di soia.
Una carenza di vitamina D è associata all’ipotiroidismo. L’ipotiroidismo non trattato può anche comportare una perdita ossea che può essere aggravata dalla carenza di vitamina D spesso riscontrata nelle persone affette da ipotiroidismo. La vitamina D è sintetizzata soprattutto dalla pelle, quando quest’ultima è sufficientemente esposta ai raggi ultravioletti del sole, ed è invece presente naturalmente in pochissimi alimenti. I soli alimenti che la contengono nella sua forma naturale sono i pesci grassi, i funghi shiitake e il tuorlo d’uovo. Le altre fonti di vitamina D provengono da alimenti arricchiti come latte, margarina e alcune bevande vegetali. In America del Nord e in Europa durante l’inverno la pelle non è sufficientemente esposta al sole, e non può quindi produrre la quantità sufficiente di vitamina D, ed è molto difficile soddisfare il proprio fabbisogno di questa vitamina solamente attraverso l’alimentazione. Per questa ragione è consigliabile che gli adulti di ogni età assumano un integratore di vitamina D nei mesi invernali, e nell’arco di tutto l’anno per le persone con più di 50 anni di età.
Il selenio è un oligoelemento essenziale che fa parte integrante della funzionalità tiroidea. Nell’adulto il fabbisogno di selenio ammonta a 55 μg al giorno. Il tenore di selenio degli alimenti di origine vegetale dipende dalla quantità di selenio contenuto nel suolo in cui sono stati coltivati. In America del Nord e in Europa è raramente necessario dover ricorrere ad un integratore di selenio, poiché il nostro fabbisogno è ampiamente soddisfatto con l’alimentazione. Il grano coltivato in America del Nord contiene una buona quantità di selenio. In Canada tutti gli animali da allevamento ricevono un’integrazione di selenio nella loro alimentazione. I pesci, i frutti di mare e alcune noci (noci del Brasile e di Grenoble) sono anch’essi delle ottime fonti di selenio. Ad esempio, 6-8 noci del Brasile procurano circa 840 μg di selenio, 90 g di tonno in scatola ne contengono 70 μg, e una fetta di pane integrale ne contiene 10 μg.
Alcuni studi dimostrano che le persone affette da ipotiroidismo corrono un rischio maggiore di avere una carenza di vitamina B12. È quindi consigliabile effettuare annualmente gli esami del sangue per verificare il proprio tasso di vitamina B12. Questa vitamina si trova principalmente negli alimenti di origine animale (carne, pollame, pesce, latticini e uova).
La soia, il caffè, e anche alcuni integratori di calcio e ferro possono interferire con l’assimilazione dei farmaci per l’ipotiroidismo (Synthroid). Perciò è consigliabile non assumerli assieme.
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