Molti atleti di resistenza pensano di dover perdere peso per migliorare le proprie performance sportive, ad esempio per correre una maratona. Ma non è affatto così semplice!
Due persone dello stesso peso possono avere un aspetto e prestazioni molto diverse a seconda della loro composizione corporea, cioè della massa muscolare, della massa grassa e del loro peso in acqua. Avere una massa muscolare ottimale ed essere ben idratati appesantisce la bilancia, ma contribuisce anche a ottimizzare le prestazioni sportive.
Un altro aspetto fondamentale da considerare è il metodo utilizzato per perdere peso. Un deficit calorico costante ostacola le prestazioni sportive e può avere gravi effetti sulla salute a lungo termine.
Una bassa disponibilità energetica prolungata, nota come RED-S (Relative Energy Deficiency in Sport, in inglese), si verifica quando l’apporto energetico dietetico di un individuo è insufficiente a sostenere il dispendio energetico necessario per la salute e le attività della vita quotidiana, una volta tenuto conto del costo dell’esercizio fisico. Ciò ha conseguenze dannose, in particolare per le funzioni metaboliche, riproduttive, gastrointestinali, neurocognitive, cardiovascolari, immunitarie, muscolari e ossee. Più specificamente, può portare a carenze nutrizionali, riduzione della densità ossea, riduzione dell’immunità, aumento del rischio di lesioni e riduzione delle prestazioni sportive.
Ecco alcuni potenziali indicatori di RED-S:
Negli atleti la prevalenza di RED-S varia tra il 15 e l’80 %, a seconda dello sport praticato. Questa sindrome rimane poco conosciuta tra gli atleti, gli allenatori e gli operatori sanitari. Può essere involontariamente esacerbata da una “cultura sportiva” a causa dei guadagni di prestazione percepiti a breve termine dovuti alla limitazione dell’apporto calorico. Il LEAF-Q o LEAM-Q (Low Energy Availability in Female or Male Questionnaire) è uno strumento che può essere utilizzato per lo screening della RED-S.
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